di Kiara Alonzi
Dopo i due album “Sulle mie gambe” e “Vita da Cane” è fuori dal 2 luglio “Lolita”, il nuovo singolo di Mr. Dailom, nato grazie alla collaborazione con EGGWYTE produttore del brano. Una canzone dalle sonorità latine, che segnano una vera e propria svolta nel percorso artistico di Dailom, novità che gettano le fondamenta di una nuova identità delineata dalla scelta raffinata dei suoni, tipici del raggaeton e della trap latina. Quella per la musica latina è una passione di vecchia data, che ormai fa parte della quotidianità dell’artista, ma sarà lui stesso a parlarcene, in esclusiva per i lettori di Di Tutto.
Chi è Davide di Bartolomeo?
Oggi rispetto al passato, in cui erano divise la mia vita privata e la vita artistica, mi sento di dire che ho fuso le due cose assieme e sono per prima cosa un artista. La maggior parte del tempo lo passo a scrivere e a concepire la mia arte, per cui penso che Davide sia la parte più emotiva del mio essere, quella parte che mi da linfa per realizzare la mia musica.
Com’è nato il tuo nuovo singolo “Lolita”?
Sicuramente nasce dall’esigenza di scrivere e cantare sulle basi latin, e arriva da una mia esperienza personale che ho condensato in una canzone durante il periodo del lockdown.Ci sono chiari riferimenti al contesto al quale appartengo ora, ovvero la pista da ballo che ho vissuto per un anno e che mi ha regalato bellissime esperienze, ahimè prima delle chiusure.
È un brano che segna una vera e propria svolta creativa verso nuove sonorità latine, tipiche del reggaeton, spiegaci meglio…
La cosa che tengo a precisare è che questo cambio non arriva per un esigenza discografica, magari è difficile crederlo viste le numerose uscite di questa estate, ma il tutto è nato con naturalezza. Come artista non riuscirei a fare musica solo per inseguire il mercato, non ci dormirei di notte… In realtà questo genere a me piace alla follia, che mi fa stare bene, mi dà gioia anche quando sono giù; se esco con una ragazza la porto a ballare una bachata, è il mio modo di essere. Posso quindi affermare che questo feeling è legato unicamente al mio stile di vita affine al mondo latin, non rinnego e non mi precludo niente, il rap lo so fare se sento una base originale affine al mio stile ci canto e ci rappo senza fare calcoli.
Ti autodefinisci un “bandolero latin blanco”, perché ?
Tutto nasce da una storia che mi ha raccontato il mio maestro di Danza Gino Salvato della scuola Picabu’ di Varese. La faccio breve, mi ha raccontato che una volta durante una serata di ballo, una ragazza sudamericana gli diede il soprannome di Latin Blanco, per la sua bravura nella danza, questa storia mi ha affascinato al punto da rubargli con simpatia il soprannome con lo scopo di diventare un bravo ballerino e un bravo reggaetonero, bandolero appunto perché gli ho rubato simpaticamente l’appellativo, Gino mi perdonerai (ride)…
Progetti futuri?
Sicuramente un album, vorrei dimostrare che si può’ intrattenere e far divertire le persone trattando anche di contenuti seri, ma con la delicatezza di chi si sa esprimere senza appesantire l’ascoltatore, che a volte ha voglia solo di “scappare” un po’ dalla quotidianità.
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