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MUSICA // Ivan Granatino, da “Caramella” a “Pablo Escobar”, un anno di grandi successi

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Ciao Ivan, si può dire che questo 2021 (ma anche il 2020) sia stato un anno incredibile per te. Raccontaci in breve le sensazioni che hai provato al Festival di Sanremo.

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Davvero. Questo è stato un anno pazzesco…come stare un po’ sulle montagne russe…da una parte la pandemia che ha creato, credo a tutti, molta angoscia e molta tristezza e dall’altra le emozioni che mi ha regalato il mio lavoro. Tutto è iniziato lo scorso anno con l’uscita di Caramella: un successo davvero indipendente. In mezzo a “colossi” sia di artisti sia di multinazionali ho ottenuto molte soddisfazioni. 100.000.000 di views su TikTok, oltre 8 milioni su YouTube e altrettanti su Spotify: un successo tutti di pubblico. Poi la collaborazione con Gigi con ben due brani: Guagliune e Anna se sposa, la presenza come superospiti a Sanremo e pochi giorni fa il disco d’oro con la repcak di Buongiorno.

Stai avendo una grande continuità, parlaci di quest’ultimo singolo “Pablo Escobar”.  

Oggi l’ostentazione è all’ordine del giorno. Ho voluto raccontare il Pablo del lusso, degli eccessi in maniera assolutamente ironica sia nel brano sia nel video che esce l’8 luglio con la regia di Luciano Filangeri. Poi la collaborazione con il produttore cinematografico Abraham de Palma che preannuncia una collaborazione più importante ma che per ora non posso ancora svelare per scaramanzia. Lui è una persona pazzesca e anche lui come me piace sperimentare e contaminare i vari generi e i vari mondi dello spettacolo. Proprio come dicevo prima, la pandemia ha creato molti problemi a tutti, appena ho sentito il sound di Pablo, che poi ho sviluppato insieme a Vinz Turner, mi sono subito innamorato dell’allegria e dell’energia del bit. In seconda battuta ho voluto anche omaggiare la Mia Napoli. Se fino a ieri il napoletano era una lingua complicata per il main stream, oggi finalmente, anche grazie alle nuove generazioni, è cool.

Hai fatto molti featuring, ci saranno altre sorprese nel 2021?

Sicuramente ho collaborato con tanti artisti perché amo creare contaminazioni e sinergie con altri colleghi perché la musica non è di chi la fa ma ha vari passaggi: la creazione, la produzione, l’incisione, la promozione e la fruizione da parte del pubblico che alla fine sceglie sempre cosa piace e cosa non piace. Sto preparando l’album per questo autunno con Max D’Ambra, produttore anche di molti altri artisti, sicuramente stiamo vedendo e campendo con chi creare delle nuove collaborazioni ma sicuramente voglio fare un album tutto mio principalmente… qualche chicca c’è ma oggi è ancora presto per dire chi sennò svelo tutto. Quello che posso dire è che sarà l’album più urban mai fatto con sonorità R&B, soul, elettronica e un occhio alla dance. Insomma energia allo stato puro senza dimenticare mai la mia vena latina e quindi partenopea

Tre aggettivi per descrivere la tua musica.

Energia, contaminazione e passione

Cosa consigli a chi vuole intraprendere la tua stessa strada? Cosa fare e cosa non fare.

Non cedere mai alle logiche di mercato ma credere sempre in quello che si fa e andare sempre dritto all’obiettivo senza mai farsi condizionare dalle mode o dai numeri. La passione, l’amore e la coerenza fanno si che si dura nel tempo. Oggi la musica si consuma talmente velocemente che molti artisti hanno un successo velocissimo e nello stesso modo dopo uno o due anni non si ricordano più. La costanza di rimanere sempre se stessi ti fa durare nel tempo.

Quanto è importante il live ed il contatto con il pubblico per te? Quanta carica ti dà?

Credo che questa pandemia mi ha tolto, come a molti, anche nella vita di tutti i giorni, il contatto con le persone. Noi campani siamo affettuosi, siamo molto carnali e in questo ultimo anno ho capito quanto questo aspetto sia mancato più di tutto. Ho voglia di tornare a suonare, ho voglia trovare il mio pubblico, ho voglia di cantare con loro, di divertirmi insieme a loro. Non vedo l’ora. Ho iniziato da giugno a fare delle ospitate ma il mio vero tour partirà di nuovo, se Dio vorrà, il 6 gennaio dal Palapartenope per poi andare a Roma, Milano, Torino, ecc. Sto preparando una grande festa per divertirmi sul palco e per far divertire il pubblico. Tutti gli amici-colleghi che hanno collaborato con me e quelli che saranno nel nuovo album.

Come scegli i duetti da fare. In base al brano da proporre?

Non ho uno schema proprio perché, ahimè o per fortuna, non seguo logiche particolari. Vado ad ispirazione. Può essere che creo il pezzo e poi insieme alla mia squadra decidiamo a chi proporlo o meglio ancora incontro, sento o mi vedo con colleghi e nascono spontaneamente le cose e facciamo il pezzo insieme. Un po’ come è successo con Clementino per Dinero… una sera eravamo insieme gli ho fatto sentire il bit e abbiamo scritto le barre insieme. Credo che queste cose siano più interessanti se nascono tra gli artisti e non tra i manager anche se capisco che molte volte sia difficile. Per esempio io amerei fare una collaborazione con Jovanotti che per me è l’artista italiano in assoluto più geniale e più eccentrico che conosca. Chissà magari grazie a voi legge questa intervista e mi chiama. Sarebbe fighissimo.

 

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