“Se me la dai” è il singolo d’esordio di Gabryel, accattivante ed emozionale.
Sebbene il titolo, di primo acchito possa dare adito ad una interpretazione più materialistica, un ascolto attento fa emergere un messaggio profondo, l’anelito dell’artista ad un amore ricambiato, il desiderio e la speranza di essere amato sopra ogni cosa.
Nel testo trova espressione, soprattutto, il sentimento di un ragazzo come tanti, con tutti i dubbi e le incertezze dell’età: l’eterno timore di non essere all’altezza delle sfide della vita e di avere meno valore di altri che, in apparenza, sembrano migliori.
Un brano riflessivo, dalle sonorità pop 3.0, che “surfano” su waves internazionali, e in cui le melodie, fresche e reali, sono accompagnate da note di chitarra classica e pianoforte.
Il desiderio di essere amati emerge nel susseguirsi delle sequenze colorate del videoclip per la regia e direzione creativa del video di Mommo Sacchetta, che ha sposato il progetto di Gabryel, fin da subito, riconoscendone doti artistiche e originalità (https://youtu.be/VGKMuVC0OBQ). Ne parliamo con il giovane artista, in esclusiva per i lettori di Di Tutto…
Come nasce il tuo singolo “Se me la dai”
Ho scritto “Se me la dai” dopo aver vissuto in prima persona alcuni momenti in cui non mi sentivo, inizialmente, all’altezza nei confronti di una ragazza. Il testo mi è uscito di getto, in una stanza di Londra, due anni fa.Ho voluto dare un titolo forte anche se all’ascolto, poi, si comprende tutt’altro. “Se me la dai” è semplicemente una richiesta di speranza. Sperare di poter ricevere passione e amore da una Lei che, a livello sociale, è molto diversa, e poter a mia volta riuscire a darle tutto quello che ho.
Parlaci del video…
Il video è stato lavorato da professionisti, quindi è stato tutto molto semplice. La direzione artistica era in mano a Mommo Sacchetta, e devo dire che ha captato subito il messaggio del testo, riuscendo a riproporre, al meglio, la parte scenografica. Tutto questo con l’aiuto di Mario Tirelli, proprietario di MT Community, e il direttore della fotografia XuRuichi.
Come ti sei avvicinato alla musica?
Sono cresciuto nella musica, avendo una famiglia di cantanti e musicisti. Ho iniziato a scrivere a 14 anni le prime barre, per dare libero sfogo ai pensieri positivi e negativi che mi giravano nella testa. Mi sono fatto le “ossa” cantando live ad alcuni concerti in piazze della zona. Successivamente ho aperto i concerti di artisti affermati nella scena italiana, prima di trasferirmi a Londra, dove ho vissuto per 4 anni. Dal 2016, sono diventato supporter prima dei live, aprendo i concerti, appunto, di artisti del calibro di Tedua, Rkomi, Vegas Jones e Lazza. Tornato dall’Inghilterra ho conosciuto il mio produttore attuale Faffa.
Collaborazioni e progetti attuali e futuri?
Attualmente collaboro con il mio produttore Faffa, Alessandro Fava, il quale riesce a rendere viva ogni canzone a cui lavoriamo: sono stato fortunato ad averlo conosciuto.
Stiamo lavorando a vari singoli, con il mio team di cui fa parte la casa discografica “Quelli come noi” di Simona Ubbiali, che è anche la mia Co-manager. Le persone che mi affiancano hanno creduto molto nelle mie qualità e spero di ripagarli per la fiducia che mi hanno dato.
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